Riceviamo e pubblichiamo, sarebbe interessante aprire una discussione di merito CS
La Fiera di San Giovanni è da secoli il momento di incontro degli Spilambertesi.
È un po’ tante cose: incontri, passeggiate, divertimento, iniziative vari, cena fuori casa, una bevuta con gli amici, musica, spettacoli, negozi, bancarelle, incontri culturali, presentazioni e mostre di vari tipi, Rocca e musei, Aceto Balsamico, stand di aziende locali, mostra avicunicola, luna park, etc.
Tutto questo viene annullato per la pandemia da COVID-19.
Si sapeva fin da marzo che quest’anno la Fiera sarebbe stata a rischio, come sappiamo che quest’anno occorre mantenere distanze sociali e indossare la mascherina. Si pone una domanda, visto che sono ripartiti i bar, hanno riaperto i ristoranti, è ripartito anche il mercato del mercoledì: “tra il tutto degli anni scorsi e il niente di quest’anno non si poteva trovare una via di mezzo?” Dal 4 maggio l’Italia è ripartita per gradi, dal 3 giugno ci si può spostare in tutta la nazione, dal 15 giugno si possono di nuovo organizzare sagre e fiere (ma lo si sapeva già a fine maggio), ci sarebbe cioè stato il tempo per pensare ad un piano B che salvasse almeno i momenti più simbolici di San Giovanni.
È facile dire chiudiamo e rimandiamo, ci sarebbe piaciuto invece che l’Amministrazione comunale ci avesse sorpreso sottoponendo agli Spilambertesi una proposta semplice, ridotta ma che avesse salvato il simbolo della festa, che ci avesse fatto uscire nuovamente e che avesse permesso alle attività commerciali di tornare a lavorare.
Non si tratta di criticare per il gusto di criticare, ma soltanto esprimere il rammarico di un’altra occasione persa, l’ennesima qui a Spilamberto. Spilamberto senza fiera è triste!