Rubare/trattenere le mascherine sanitarie ( gli ultimi sono i ceki ed i polacchi!) è uno spettacolo indecoroso ed è immagine/episodio difficilmente dimenticabile. Peserà! Di seguito i
commenti della stampa alla giornata del 26 Marzo 2020, data che ha tramortito l’idea di Europa Unita! Buona Lettura CS
Ecco il mattinale. Venerdì 27 marzo ecco la sintesi di Andruccioli delle prime pagine dei giornali.
“La brutta Europa” (Repubblica), “Una crepa nel muro” (Il manifesto), “Scontro in Europa sugli aiuti” (Corriere della Sera), “La Ue litiga. Le imprese: ora fondi italiani” (La Stampa), “Il vaffa di Conte alla fu Europa” (Il Fatto Quotidiano). Tutti i quotidiani di oggi titolano sulla notizia del giorno: lo scontro che si è consumato ieri nel Consiglio europeo dove i “falchi” del Nord (con la Germania e l’Olanda in prima fila) hanno bloccato i piani di aiuti e l’introduzione di eurobond. Le cronache registrano il pressing italiano che si è tradotto in una frase forte del presidente del Consiglio italiano: se non si decide una linea comune, faremo da soli. Alla fine, dopo una giornata di videoconferenza, i paesi europei hanno deciso di prendersi un po’ di tempo per decidere: due settimane.
L’Europa si presenta dunque ancora divisa ad un appuntamento cruciale ripetendo lo schema catastrofico utilizzato negli ultimi anni a partire dalla crisi greca (“Il portafoglio prima del cuore”, è il titolo dell’editoriale di Repubblica firmato da Massimo Giannini). Tra le varie aperture un po’ più ottimiste quelle del Sole 24 ore e dell’Avvenire. Il primo, giornale degli industriali, titola: “Aiuti Ue: ultimatum dell’Italia, poi l’intesa”. Il secondo, quotidiano dei vescovi italiani, parla di un importante compromesso raggiunto in Europa. Da più parti si continua a commentare il messaggio lanciato da Mario Draghi, ex presidente della Bce, dalle colonne del Financial Times: siamo di fronte a un fatto biblico, è necessario sfondare il debito per sostenere l’economia. L’intervento di Draghi viene visto soprattutto come una forte pressione verso la Germania e la sua cancelliera, Angela Merkel e indirettamente come un appoggio a distanza al presidente del consiglio Conte. Nel frattempo gli Usa, abituati ai primati, conquistano il primo posto al mondo nei contagi, prima della Cina e dell’Italia. Ma sono ancora incerte le indicazioni del governo nel contenimento della pandemia. Discorso analogo per la Gran Bretagna dove regna la confusione e la preoccupazione. Tra le altre notizie di ieri quelle relative al bollettino quotidiano sull’andamento dell’epidemia nel nostro Paese. Preoccupa in particolare il dato sui contagi in Lombardia che continuano a crescere. A Milano l’allarme è massimo. La ministra dell’istruzione ammette che il governo non è in grado ancora di dare una data certa per la riapertura delle scuole, mentre si semplifica il procedimento dell’esame di maturità. Intanto però uno studente su cinque e senza lezioni online con il rischio di aggravare le diseguaglianze. Allarme dei sindacati sull’erogazione degli ammortizzatori sociali. Dopo l’accordo con il governo sulle produzioni da interrompere, i sindacati confederali esigono l’applicazione completa delle norme per mettere in sicurezza i lavoratori. “Solo il lavoro sicuro è in grado di rilanciare il Paese”. E’ tornato a dirlo ieri il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, secondo il quale “la salute di chi lavora è la priorità assoluta” e “la protezione è il bene centrale su cui costruire il futuro”. Intervistato da Rai Radio 1, Landini ha ribadito che questo “è il momento della responsabilità e della trasparenza, e non delle furbizie”. Di fronte alle aziende che cambiavano i codici di produzione per non sospendere l’attività, il leader della Cgil ha fatto notare che il sindacato ha espresso la propria posizione “pubblicamente”, ritenendo “necessario fare una discussione in trasparenza”, perché “tutto deve avvenire alla luce del sole”