La scorsa settimana abbiamo appreso dal Carlino che la stragrande maggioranza dei dipendenti comunali di Spilamberto accusa i politici di scarsa capacità organizzativa. Insomma i dipendenti chiedono ai politici di essere messi in condizioni di lavorare meglio. La pubblica amministrazione è fatta anche di questo, molti dipendenti amano il loro lavoro. Il Nostro ha risposto con un post che riproduciamo in alcuni tratti:
Post Fb di Umberto Costantini del 22 Febbraio
(…In edicola oggi è uscito questo. Scrivo qui perché sono troppi i messaggi che mi arrivano e alimentano il cliché secondo il quale il dipendente pubblico non lavora abbastanza e quando si aumenta il ritmo si lamenta pure, questo francamente non mi piace. Non è così e non si deve generalizzare.(…)
.Quando sono entrato in comune anche io avevo in parte questo pregiudizio, pensavo che i buoni dipendenti pubblici fossero davvero poche rare eccezioni invece (…)
il Nostro Umberto avrebbe dovuto, però, essere un “tantino” più esplicito poiché egli ha costruito la sua campagna elettorale da perfetto turborenziano, utilizzando la proposta dell’apertura degli uffici di sabato (Presente nel suo programma) come metafora della differenza tra lui ( Capace) mentre quelli che lo avevano proceduto erano quantomeno accondiscendenti . La sperimentazione per l’apertura del sabato fallì ed anche il Nostro Capace si arrese, senza suonare la grancassa ma solo un piccolo timpano.
Le leggende metropolitane riferiscono che un noto ristoratore, all’indomani della vittoria di Umberto , si prese la briga di andare in Comune e dire ai malcapitati dipendenti che incrociò che “Adesso vi tocca lavorare!” La leggenda, non sappiamo se sia veritiera, segnala comunque quanto questo obiettivo del sabato, agitato in campagna elettorale da Costantini, abbia accarezzato i pregiudizi contro i dipendenti pubblici. Per la legge del contrappasso: adesso sono i dipendenti pubblici che accusano i politici di non esserci e chiedono loro di poter lavorare NON MENO, ma come si deve.
Egli poi scrive: .Dispiace che certe cose escano sui giornali e non restino al tavolo di mediazione con il sindacato perché rischiano di infangare la reputazione di tutti i dipendenti….
Visto il contesto, quanto affermato, ricorda la favola del lupo e dell’agnello . La malizia permetterebbe di interpretare il messaggio, anche in questo modo: “Attenti dipendenti che vi scarico addosso tutti i luoghi comuni sui dipendenti pubblici!”. Inelegante!