Osservatorio due. Diventa sempre più preoccupante il clima di questa campagna elettorale, ricordiamoci tutti che dopo il 4 marzo c’è il 5 e poi ancora altri giorni. Ricordiamoci anche che, anche a Spilamberto, servirebbe mantenere un tono civile, evitando colpi bassi. Per fare questo non serve la paura agitata dai politici, che sembra un imbroglio per raccattare qualche voto. Cosa che ai più, anziché generare paura, genera un profondo fastidio per una politica che strumentalizza tutto e tutti, esagera ed enfatizza persino il nulla.
Alcune regole di bon ton vanno rispettate, sarebbe ragionevole, ad esempio, non provare a strumentalizzare l’associazionismo per la campagna elettorale. Non va bene, non ci sta, apre recriminazioni che possono arrivare a lacerare, dopo il 4 marzo, il Paese, Spilamberto, il ceto politico ed anche le associazioni.
Veniamo al consiglio comunale del 5 Febbraio, dove una signora dal pubblico è intervenuta, in modo improprio, nel dibattito. Giusto riprenderla, il regolamento non lo prevede. Ma prendere a pretesto questo, da parte del Sindaco, per demonizzare i 5 Stelle ha senso? Il sindaco si sarebbe comportato nello stesso modo se ad interrompere fosse stato qualcun altro, anziché una presunta grillina? Il Sindaco non farebbe bene, per ruolo istituzionale, a provare ad unire anziché dividere?
Mancano circa 30 giorni alla fine della campagna elettorale proviamo a stare al merito delle proposte.
Non siamo elettori dei Cinque Stelle, perché non condividiamo parti del programma (Disintermendiazione sociale ecc..), ma sommessamente vorremmo sottolineare che, in una recente graduatoria sulla qualità della vita nelle città italiane, Roma con la vituperata Raggi, ha guadagnato 21 posizioni. ACEA ( con un consiglio d’amministrazione indicato dai 5 stelle) ha firmato un accordo con la CGIL che reintroduce per via contrattuale i diritti dei lavoratori cancellati da Renzi col Jobs Act.
Noi la pensiamo come Bersani, demonizzare in malo modo i Cinque Stelle alla fine li rende più simpatici. Ad oggi la situazione è la seguente: Tutte le liste, tranne il PD, vogliono abrogare, cambiare o modificare il Jobs Act . Il PD sui diritti sociali, (a differenza dei diritti civili dove volentieri gli riconosciamo meriti) ha la responsabilità di avere abrogato l’art.18,introdotto il Jobs Act, aprendo la strada per trasformare i lavoratori in neoschiavi.
La sinistra è sinistra quando, assieme ai diritti civili, tutela i diritti sociali, altrimenti si chiama centro laico. Parliamo dunque di programmi e non della paura della paura, che sembra un alibi per mascherare il vuoto e le responsabilità dei partiti.
OmBo