Contro il parere della Cittadinanza, Il 25 maggio 2015 l’archivio storico di Spilamberto con un colpo di mano veniva portato a Vignola. La ferita è ancora aperta! Questa cosa è difficile da perdonare al giovane sindaco Umberto.
Casa direste se si decidesse di trasferire il museo Ferrari da Maranello a Tricase in Puglia? Vi mettereste a ridere, sostenendo che si tratta di una sciocchezza totale. Questa sciocchezza totale da noi è avvenuta. Hanno preso il terzo ( sì terzo ) archivio storico della provincia e lo hanno trasferito a Vignola. Un pezzo della nostra comunità troncato di netto dal suo corpo vivo. Non è l’unico caso, basti pensare alla vicenda della Casa dei Sapori a Villa Sorra di Castelfranco che ha attratto finanziamenti pubblici ed europei , quando il luogo deputato era Spilamberto. Oppure vedi la vicenda del museo del Balsamico a Carpi. Sì a Carpi.
Tutto quello che dovrebbe valorizzare Spilamberto viene prontamente schivato dalla giunta comunale. Eppure, ad esempio, per la Casa dei Sapori Castelfranco si è avvalsa di fondi europei e pubblici, noi abbiamo pure un assessore dedicato ( Alessia Pesci, da Vignola) che dovrebbe dare la caccia a fondi per il Comune. Dovremmo, perciò, aver avuto maggiori possibilità a candidarci al posto di Villa Sorra e di Carpi. Perché non è successo?
La Giunta comunale è animata da pulsioni fusioniste, pare che speri di chiudere il Comune e di fonderlo con altri. Si respira a Spilamberto una strana aria, sembra che l’ establishment politico si vergogni dell’ identità e dell’ anima della nostra Comunità. Non ce lo spieghiamo. I cittadini di Spilamberto a questa Giunta comunale hanno dato fiducia e vengono ripagati con la nullificazione progressiva della identità del paese. Quando Spilamberto sarà un dormitorio senza anima, senza negozi, senza attrattive, sarà più facile per lor signori fonderci!
Facciamo un appello pubblico al sindaco Costantini. “Sei il sindaco di Spilamberto. Difendi l’identità della tua comunità, fai tornare l’archivio a Spilamberto. Tutti te ne saremo grati”.