Non abbiamo mai visto un amministratore pubblico a cui mancheranno tre-quattro aule nei prossimi anni che decide di costruirne 18 senza averne i soldi, indebitando così la sua Comunità per 5 milioni di euro per i prossimi vent’anni. A Spilamberto succede.
Non vorremmo, però, che questa fosse una scusa per poter sostenere che, per finanziare la costruzione della scuola, occorra fondere il Comune per ottenere i relativi finanziamenti.
Vediamo alcuni aspetti storici della scuola a Spilamberto:
Si sono fatti gli Istituti Comprensivi per permettere ad elementari e medie di incontrarsi spesso, per poter costruire curriculi verticali di scuola. Si sono fatti i Comprensivi perché si è immaginato in prospettiva di mettere insieme, anche tramite l’edilizia scolastica, elementari e medie. Spilamberto, per una storia particolare e fortunata ha le due scuole già unite da vent’anni. Ma il Sindaco Costantini vuole separarle, perché ha visto un bel documentario sulle scuole Svedesi (Così ha detto di recente a San Vito).
Allora perché fare solo le scuole medie nuove e non le elementari
Il progetto esistente di ampliamento della scuole prevedeva la creazione di 9 spazi /aula presso l’ex ASL. Si tratta di un progetto possibile, compatibile con costi preventivati e con il grosso dei finanziamenti proveniente dall’operazione Coop/Poliambulatorio/Asl.
In questo progetto ci sarebbero già perciò 5-6 spazi/aula in più del necessario per tutti gli scolari dei due ordini scolastici. Ma potremmo anche arrivare a pensare che si potrebbero costruire fino a 6 nuove aule per tenere assieme tutte le terze medie, invece delle 9 previste
Il Nostro, però, trae le ragioni per la sua proposta da una interessante citazione di un ricercatore pubblicata da INDIRE (Piattaforma per il miglioramento della scuola che da spazio a molteplici proposte).Leonardo Tosi è portatore della sua visionaria, iperbolica proposta come si addice ad un ricercatore. Vedi giornalino comunale
Il Ricercatore, però, dice cose che da sempre si dicono per la scuola, ovvero che gli spazi debbono essere polifunzionali per rompere l’unità di lavoro d’aula/classe e via cantando. Questo ce lo diciamo dalla legge 517/ 1977, senonché per fare attività di interclasse per piccoli/grandi gruppi ecc … servono, più che gli spazi, le compresenze tra docenti. La riforma Gelmini le ha praticamente tolte e la legge sulla “buona” scuola non le ha di certo ripristinate, anzi. Quindi se il giovane Umberto si è innamorato della visione pedagogica del giovane ricercatore Tosi e strabilia per le scuole svedesi, prima si faccia parte diligente e chieda al governo del suo partito di ripristinare le compresenze.