Lunedì 10 allo Spazio Famigli in una affollata assemblea è iniziata la compagna per il No del Comitato dell’Unione Terre di Castelli. Elio Tavilla, professore dell’Università di Modena e Reggio,
ha tenuta una lezione tecnica, dove ha smontato nel merito punto per punto i limiti delle modifiche Costituzionali Boschi/Verdini ed ha evidenziato anche i pericoli di deriva plebiscitaria che potrebbe mettere in moto. Chiare e persuasive le argomentazioni per il NO della CGIL ( Cesare Pizzolla) : “La Repubblica fondata sul lavoro ( Art. 1) viene smentito dalla nuova Costituzione” Dell’ARCI (Gerardo Bisaccia) che ironicamente ha sostenuto: ”leggendo la nuova Costituzione mi sono detto per fortuna che non viene messo in discussione la forma repubblicana dello stato”. e del vicepresidente provinciale di ANPI ( William Garagnani) che ha rivendicando la continuità storica delle ragioni che hanno portato l’ANPI a votare No al referendum.
Molti gli interventi a favore del NO tra i tanti quello del sindaco dottor Smeraldi Mauro di Vignola, del prof. Marchi Dimer,
La serata è stata sporcata dall’intervento di un signore sostenitore del sì che ha chiesto con tono acrimonioso al rappresentante dell’ANPI ( Facendo il verso alla Boschi) come poteva l’ANPI stare con Casa Pound.
Risposta del professor Tavilla che, rinunciando al suo aplomb, ha definito la domanda una inutile e gratuita provocazione. Pizzolla ha ricordato che se giochiamo a- chi sta con chi!- allora anche la Cgil potrebbe usare JP Morgan, Verdini, Marchione, Confindustria e Briatore come clave per convincere a votare no, la CGIL, invece, preferisce nelle assemblee con i lavoratori parlare di merito e dei contenuti” Il prof Garagnani con voce ferma ma indignata ha chiuso, citando don Dossetti in una profetica previsione che riportiamo: “Ora la mia preoccupazione fondamentale è che si addivenga a referendum, abilmente manipolati, con più proposte congiunte, alcune accettabili e altre del tutto inaccettabili, e che la gente totalmente impreparata e per giunta ingannata dai media, non possa saper distinguere e finisca col dare un voto favorevole complessivo sull’onda del consenso indiscriminato a un grande seduttore: il che appunto trasformerebbe un mezzo di cosiddetta democrazia diretta in un mezzo emotivo e irresponsabile di plebiscito» (Giuseppe Dossetti, 1994)”
Riteniamo infine palesemente strumentale l’affermazione che chi si batte per il No, diversamente dal PD ( Meno la sua minoranza interna), faccia “…il tifo per Di Maio, Brunetta, Salvini, Casa Pound e C.”
Tutto ciò è offensivo e non per l’ANPI. Lo dimostriamo per assurdo. Sarebbe come dire, infatti, che Berlinguer, solo perché votava contro il centro-sinistra ( DC, PSI ecc..), facesse il tifo per Almirante, visto che anche quest’ultimo votava contro. Assurdo! Nessuna persona raziocinante lo ha mai affermato né lo potrebbe dire. Quel signore del sì dovrebbe sapere che “Dopo il 4 dicembre viene il 5” e siccome le parole sono pietre, passate le elezioni, restano le offese, che, se gratuite e provocatorie, difficilmente si dimenticano ed avvelenano inutilmente il clima sociale del paese per i prossimi anni. Cerchiamo insieme di evitare.
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