Corsivo. Ferisce e fa male al cuore ed all’anima, vedere il progressivo restringimento della fiera di San Giovanni. Non è solo un restringimento di spazi ma anche di Visioni e di sguardi lungimiranti. Manca un’ idea di Paese, una capacità di lettura del territorio e degli anelli concentrici entro il quale opera Spilamberto. Nulla. Tristemente il nulla. L’unica proposta è quella di natura ingegneristica, così sintetizzabile: “Non so cosa fare per Spilamberto, dunque, facciamo il comune unico, poi si vedrà”.
Così facendo il Sindaco è in linea con il PD che in tutta la Provincia, a seguito dei recenti esiti elettorali, spinge l’acceleratore sulla fusione perché ha paura di perdere le prossime elezioni comunali ( Vedi Guiglia, Zocca, Savignano, Vignola, Finale, Pavullo, Montefiorino ). Folle idea quella di credere che così facendo, si disponga di un progetto di paese. Se non c’è, non c’è. Qui dobbiamo amaramente prenderne atto: non c’è! Coperti da proclami sempre meno verosimili da parte del Sindaco, la gestione della Macchina comunale appare incomprensibile, improvvisata ed anche inconcludente. Sembra priva di senso! Manca il perché !
Torniamo alla Fiera: Scomparsa di fatto la mostra degli animali da cortile ( eppure, era unica, antica e testimoniava l’esistenza di un legame con comparti produttivi solidi come quelli agricoli,) ridotti al lumicino gli espositori, dopo l’esperienza dello scorso anno, lo hanno detto e lo hanno fatto: una parte non è venuta, rimane il calcinculo ed i baracconi messi al posto del luogo dedicato alle esposizioni.
Non sappiamo se, così facendo, si sia o meno pagato una promessa elettorale, come si faceva nella vecchia politica. Resta il fatto che durante la Fiera è venuto meno lo possibilità di vedere, toccare, ammirare ed identificarsi con orgoglio con quello che il nostro territorio fa, coltiva, produce e costruisce.
Ogni entità/comunità è soprattutto quello che fa, non quello che dice di essere , ma al Sindaco di Spilamberto sembra dare fastidio qualsiasi operazione identitaria. La prova è data dalla decapitazione dal suo corpo vivo ( Spilamberto) del suo archivio ( la sua memoria!). L’incombente trasferimento dei reperti archeologici sui Longobardi perché in due anni non si è provveduto a trovargli una sistemazione. Ridotti ad un dormitorio, senza anima saremo più unificabili!
Caro Sindaco lei ha una grossa responsabilità: ha trasformato una bella e secolare fiera in una sagra. Una tra le tante che in estate punteggiano il nostro territorio. Non si sente inadatto?