Il 17 alle Urne, alle Urne per un SI alla vita.

trivelle 11Spilamberto Cittadinanza Attiva, con coerenza, si è spesa come movimento civico ed ambientalista, per convincere i propri concittadini a non disertare le urne, e per promuovere le ragioni del SI. Ragioni che troverete in abbondanza nei post di questo blog. Riassumendo il nostro impegno. Abbiamo collaborato e promosso una iniziativa il 6 Aprile a Vignola con Attac, Legambiente, Ambienteinforma .

Distribuito 2700 volantini, una goccia rumorosa in un mare di silenzio. Abbiamo infine concluso la campagna elettorale con un’iniziativa il 13 nella sala del Torrione. In quella sede sono intervenuti personalità di diversi partiti e movimenti  che si sono schierate per votare e per votare sì. Segnaliamo tra i tanti  l’intervento, che di seguito pubblichiamo, di Maddalena Vandini vicesegretaria del PD di Spilamberto di cui consigliamo la lettura. CS

Testo Vandini.”Perché votare SI al referendum? ”

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Sono giorni che ripeto questa domande ad amici e parenti insieme alle risposte annesse.

Perché in Emilia Romagna esistono 47 piattaforme collegate a 319 pozzi di estrazione, un numero gigantesco, che però contribuisce in maniera insignificante al fabbisogno nazionale.

Perché le attività estrattive nell’area dell’Alto Adriatico sono la principale causa antropica del fenomeno dell’abbassamento del suolo il quale incrementa l’impatto delle piene e delle mareggiate, fenomeno che non fa altro che aumentare l’erosione delle coste, con perdita di spiaggia e danneggiamento delle attività turistiche.

E poi, a livello più generale, c’è il rischio ambientale o l’anacronismo insito in tale forma di politica energetica, che non combacia con lo sviluppo sostenibile né tanto meno con quel trend virtuoso, da decenni proclamato, di lento ma inesorabile allontanamento dalla dipendenza nociva da idrocarburi.

 

Ma non è solo questo. C’è molto di più.

Lo spunto per un’ulteriore riflessione me l’ha offerto un interessante libro che consiglio caldamente “Il paesaggio come teatro” di Eugenio Turri. Egli sostiene che il paesaggio possa essere interpretato come il teatro nel quale gli individui e le società rappresentano le proprie gesta, piccole o grandi che siano, lunghe o quotidiane. E in questo contesto l’uomo può rivestire due ruoli: il ruolo di attore, nel suo agire incessante, nella sua attività poietica di modifica e trasformazione dell’ambiente circostante, ma anche di spettatore, ruolo questo ben più importante, vera guida dell’azione, cartina di tornasole del ruolo che attribuiamo a natura e ambiente.

Eppure, da molto, troppo tempo, sembra che l’uomo abbia smesso di guardare. Abbia smesso di essere spettatore, concentrandosi solo sul fare, invasato dal piacere delle macchine, da una tecnologia che lo sta rendendo servo e che gli fa, a poco  poco, dimenticare chi è e che cosa lo rende un essere umano.

Tutto, da decenni, è stato sacrificato in nome della logica dell’economia, dell’interesse del momento, del capitalismo industriale che ha offeso, col suo prescindere da qualunque forma di riflessione sull’agire, il nostro paesaggio.

Solo l’ideale produttivistico  l’insistente “consuma” perché se hai allora ben stai, ha ispirato per decenni l’azione territoriale in Italia e non solo.

Ed oggi ci troviamo di fronte a paesaggi brutti in quanto dissonanti, laceranti, squilibrati e completamente illeggibili.

Mi guardo intorno e vedo numerose brutture.

Cerco informazioni sullo stato di salute del nostro pianeta  e leggo di smog fotochimico, piogge acide, buco dell’ozono, rifiuti e scorie radioattive, deforestazione, erosione del suolo, contaminazione del mare da petrolio, desertificazione, perdita di biodiversità, scioglimento dei ghiacciai.

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Ecco. Non sono solo le trivelle. Non è solo questo il significato del si al referendum del 17 di aprile.

E’ la voce di chi sa che esiste un punto di non ritorno per il nostro pianeta al quale siamo drammaticamente molto vicini.

E’ la voce di chi reclama un reale cambiamento nelle politiche ambientali e di tutela di territorio e paesaggio.

E’ la voce di chi ama e si prende cura della propria terra, di chi non vuole immolarla o svenderla o barattarla perché nulla vale la propria casa, nulla vale la bellezza, nulla la gioia di sentirsi parte di un mondo meraviglioso che abbiamo avuto in dono e che non abbiamo il diritto di rovinare.

Nel piccolo principe, la volpe diceva “Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato tu sei responsabile della tua rosa”.

La rosa. Metafora della natura, tutta, di quell’ambiente che l’uomo ha addomesticato, plasmato, cambiato, nel quale è intervenuto per renderlo adatto a sé. Non si può dimenticare il legame viscerale che ci lega alla Terra e che ci obbliga a tutelarla e preservarla.

Per questo andiamo a votare il 17 aprile.

Per questo votiamo SI.

Per prenderci cura del nostro pianeta.

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