“Incapucciati” in commissione consigliare ?

s sss Pubblichiamo per dovere di informazione, il comunicato stampa del Movimento 5 stelle di Spilamberto, su un tema molto  delicato. Sull”uso, quasi normale, delle commissioni segrete del consiglio comunale. La trasparenza è alla base della democrazia e troviamo questa decisone un segno di debolezza e di paura  del giudizio dei cittadini da parte della giunta di Spilamberto Costantini/Francioso.   Ci si consenta una battuta ironica: nelle  commissioni segrete  i consiglieri si presenteranno incappucciati? Buona lettura  CS

Commissioni riservate: a chi giovano?

L’approvazione della nostra mozione al consiglio di maggio avente come oggetto “Adeguamento del Regolamento Comunale al D.Lgs.267/2000, Testo Unico degli Enti Locali e alla Legge sulla Trasparenza” ha avuto seguito nel cc di martedì 6 ottobre che ha sancito la modifica di due articoli del regolamento del comunale.
(Norme chiarissime: TUEL L.n°267/2000 – l’eventuale regolamento comunale non può avere istituti che collidono con la legge nazionale da cui deriva).

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Le commissioni sono PUBBLICHE: norma, legge, giurisprudenza, sentenze lo confermano da anni. Il motivo è molto semplice: la commissione è una estensione del lavoro del consiglio comunale, che è pubblico salvo “la trattazione di questioni concernenti dignità, orientamento sessuale, orientamento religioso di un cittadino”.
Il nuovo articolo 19 relativo alle commissioni riservate invece, sancisce che tale decisione di riservatezza sia stabilita dal presidente di commissione o dalla maggioranza dei componenti” quando vengono trattate questioni che comportino giudizi sul comportamento o sulle qualità delle persone o quando possa derivarne un pregiudizio agli interessi del comune”.
Come Movimento 5 Stelle avevamo proposto tre emendamenti (evidenziati in maiuscolo), di cui solo l’ultimo relativo ai verbali è stato approvato.
Si riporta l’art.19 in discussione:
Le sedute delle commissioni sono pubbliche, salvo diversa motivata decisione del presidente o della maggioranza dei componenti SOLAMENTE quando vengono trattate questioni che comportino giudizi sul comportamento o sulle qualità delle persone o quando possa derivarne un pregiudizio agli interessi del comune ESCLUSI QUELLI DI NATURA ECONOMICA.

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COPIA DEI VERBALI DELLE COMMISSIONI SONO TRASMESSI AL PRESIDENTE, AL SINDACO, AGLI ASSESSORI ED AI CAPIGRUPPO.
Nella delibera si sottolinea poi come questa
“…..riformulazione dell’articolato se da un lato rende esplicite le ipotesi, previste dalla legge, che richiedono la segretazione delle sedute di commissione e di consiglio – giudizi sul comportamento o sulle qualità delle persone – dall’altro prevede la facoltà di convocare sedute di commissione riservate quando lo richiedano motivi di pubblico interesse”

Prevedere” la facoltà di convocare sedute di commissione riservate quando lo richiedano motivi di pubblico interesse” fa erroneamente presupporre che i motivi di pubblico interesse siano a beneficio della trasparenza nei confronti dei cittadini, mentre invece i motivi di pubblico interesse rafforzano, in questo caso, la riservatezza di una commissione.
Cittadini paganti e pensanti che invece, sono lasciati nell’ inconsapevolezza, dal momento che non viene nemmeno pubblicata la convocazione riservata, e nell’ ignoranza del problema dal momento che i consiglieri presenti a questa commissione poi non possono condividere e confrontarsi pubblicamente, dato appunto la riservatezza dell’incontro.
Non è plausibile che ad una commissione, dove ad esempio si potrebbe discutere sull’opportunità dell’acquisto di un immobile con soldi pubblici, non ne facciano parte i cittadini che, con le loro tasse, rendono possibile questo impegno di spesa!
La trasparenza e la partecipazione, così declamate in campagna elettorale dall’attuale amministrazione dove sono finite?
Gli obiettivi fondamentali del decreto sulla trasparenza tendono a:
• Favorire la prevenzione della corruzione
• Attivare un nuovo tipo di “controllo sociale” (accesso civico)
• Sostenere il miglioramento delle performance
• Abilitare nuovi meccanismi di partecipazione e collaborazione tra PA e cittadini
Noi siamo qui perché i cittadini ci hanno eletti loro portavoce, questo però non esclude che dobbiamo condividere e confrontarci con i loro bisogni e le loro priorità, ma soprattutto con il loro diritto di essere parte attiva nella gestione della comunità.
Cambiare tutto per non cambiare nulla a chi giova?

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