Il 27 giugno 2015 è iniziata con un Blitz, promosso dall’ assessore “alla fusione” Costantini , sindaco di Spilamberto, l’operazione fusionista sui comuni della Terra di Castelli ( Vedi albo 203 – 15cu039 ). Il punto di elaborazione oggettivo per chi vuole farsi un’idea, è rintracciabile nel blog della lista cittadini di Savignano.
Dove si spiega tra l’altro le ragioni che rendono attendibile il documento del Ministero sulla fusioni, laddove si esprime sui comuni di medie dimensioni. Sulla demolizione del documento del Ministero, evidentemente, si sono esercitati i principali fusionisti locali.
Vorremmo spiegare le ragioni valoriali ed anche politiche della nostra contrarietà al fusionismo.
La Jp Morgan, società finanziaria, denunciata per responsabilità nella crisi del 2009, in un documento del 28 maggio 2013, fa riferimento alle autonomie locali come ostacolo al decisionismo dello stato centrale e arriva ad attaccare le Costituzioni dei paesi europei. Così la Banca: “Quando la crisi è iniziata era diffusa l’idea che questi limiti intrinseci avessero natura prettamente economica (…) Ma col tempo è divenuto chiaro che esistono anche limiti di natura politica. I sistemi politici dei paesi del sud, e in particolare le loro Costituzioni, adottate in seguito alla caduta del fascismo, presentano una serie di caratteristiche che appaiono inadatte a favorire la maggiore integrazione dell’area europea” (traduzione da http://culturaliberta.wordpress.com/).
Abbiamo criticato l’ Italicum e la riforma del Senato,abbiamo raccolto firme per togliere il pareggio di bilancio dalla Costituzione, perché mai dovremmo condividere una scelta: la fusione dei Comuni, che va nella direzione dell’allontanamento del luogo della decisone dai cittadini?
Le azioni di contrazione democratica , “suggerite” anche dalla BCE al governo italiano del 5 agosto 2011:“C’é l’esigenza di un forte impegno ad abolire o a fondere alcuni strati amministrativi intermedi (come le Province). Andrebbero rafforzate le azioni mirate a sfruttare le economie di scala nei servizi pubblici locali.” noi non le condividiamo.
La Jp Morgan sostiene addirittura che non si riesce ad applicare le necessarie misure di austerity in Europa del sud perché: “I sistemi politici e costituzionali del sud presentano le seguenti caratteristiche: esecutivi deboli nei confronti dei parlamenti; governi centrali deboli nei confronti delle regioni; tutele costituzionali dei diritti dei lavoratori;”
La nostra contrarietà alle fusioni a prescindere trova dunque anche linfa ed argomenti dalla Costituzione Italiana e dal contrasto ad una visione neoliberista che vede nelle istanze democratiche degli impicci e non una risorsa. In fondo quanto è avvenuto in Grecia il 5 luglio ’15 è stato un confronto tra sovranità popolare e tecnocrazie europee che ha visto, per fortuna, vincente la democrazia.
Quando pensiamo alla difesa della democrazia di prossimità espressa dagli enti locali,pensiamo all’art 5 della Costituzione. La nostra scelta è quindi una scelta civica chiara, trasparente e conclamata. E’ una scelta valoriale.
I tentativi di mettere la mordacchia ed ingabbiare gli enti locali ( Ispirati da analisi quale quella sopra riportate), ha visto un impegno bipartisan della politica con l’introduzione del patto di stabilità ( I comuni hanno i soldi ma lo stato gli impedisce di utilizzarli) e con la legge Calderoli che ha ridotto i consiglieri comunali.
Nella vicenda locale parte degli esponenti del PD ( Che non ha ancora deciso) argomentano la loro scelta pro fusione; sostenendo che il quadro delle risorse degli enti locali è grave ed immodificabile e che pertanto occorre accorpare per risparmiare ed ottenere premi economici ( Le “caramelle” citate dal blog della Lista dei Cittadini di Savignano) . Intanto è da dimostrare se questi risparmi alla fine ci saranno ( uno studio del Ministero, a nostro parere, dice altre cose). L’accorpamento dei comuni fa parte di un disegno politico con una paternità ben chiara: la tecnocrazia europea che condivide gli argomenti della Banca Speculativa.
Un’altra risposta è possibile.
Il Patto di Stabilità non è eterno e nell’ultimo programma elettorale del PD ( Bersani), era previsto che venisse superato, per mettere in opera una serie di piccoli cantieri in tutto il paese e dare dignità progettuale ai comuni.
Per noi Cittadini Attivi ,sostenitori della Costituzione, opporci alla fusione dei comuni in Terra di Castelli significa, ripetiamo, anche dare valore all’art. 5 della Costituzione e contrastare questa deriva ai danni della democrazia di prossimità .
Per queste ragioni crediamo che il modo per rilanciare il municipalismo, consista nell’abolire il patto di stabilità, dando così respiro progettuale ai comuni e lavoro ai cittadini. Occorre garantire risorse certe ai comuni attraverso un autentico “federalismo fiscale”. Aumentare la democrazia comunale, modificando la legge Calderoli ,reintroducendo, quindi,un numero ecologico e congruo di consiglieri in grado di controllare l’esecutivo.
Scheda n 1